PRIGIONIA
La partecipazione dell’Italia al secondo conflitto mondiale era stata decisa da Mussolini sulla scorta dei rapidi successi tedeschi, i quali facevano sperare in un’indolore conclusione della guerra e alla vittoria delle potenze dell’Asse.
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Le speranze del condottiero fascista, tuttavia, erano molto lontane dalla realtà: la Gran Bretagna non capitolò insieme alla Francia, ma si preparò ad attaccare la Germania, dando il via ad una serie di scontri che interesseranno il territorio europeo per i cinque anni successivi.
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L’esercito della penisola era del tutto impreparato ad affrontare una guerra tanto lunga e logorante, esso non possedeva né armi di ultima generazione in grado di contrastare quelle degli alleati, né l’equipaggiamento necessario per combattere nelle zone dal clima più rigido; tutto questo porterà all’evidente inferiorità dell’Italia, che riuscirà a resistere fino al ‘43 solamente grazie al provvidenziale intervento degli alleati tedeschi.
43a. Prigionieri francesi nella zona del Moncenisio.
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La scarsa preparazione Militare fascista porterà sconfitte, lutti ed oltre 700.000 militari prigionieri.
44a. Prigionieri sul Fronte Orientale.