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EDUCAZIONE del VENTENNIO

COME VENIVANO EDUCATI I MARTINITT?

Lo stile educativo dell’Orfanotrofio Maschile dei Martinitt può essere considerato piuttosto moderno, soprattutto dato il periodo storico e la natura assistenziale dell’istituto.

Nel 1915 Alberto Valzelli assume la carica di direttore; egli stesso dichiara che nel gestire l’orfanotrofio ha intenzione di accostarsi ai più recenti studi pedagogici, i quali prevedono l’eliminazione di qualsiasi punizione corporale e di ogni vessazione morale nei confronti degli alunni.

L’istitutore avrebbe dovuto invece comprendere la situazione di bambini che provenivano da realtà familiari difficili, cercando di guadagnarsi la loro fiducia e di guidarli in un percorso didattico che li portasse a sviluppare le proprie potenzialità, anche proponendosi come esempio di integrità morale.

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107a. Fotografia del Direttore Alberto Valzelli - in alto al centro - con una classe di Martinitt.

Questo almeno è quello che si può leggere nel regolamento per gli insegnanti redatto dal direttore nel 1942; in realtà all’interno dell’archivio sono state ritrovate diverse circolari ed ammonimenti nei confronti degli insegnanti che, nonostante i numerosi richiami, continuavano a raddrizzare il comportamento degli orfani a suon di scappellotti.

ACCOGLIENZA E FORMAZIONE

I piccoli alunni venivano ammessi nell’istituto in un’età compresa tra i 6 ed i 10 anni, dovevano essere orfani di almeno uno dei due genitori, e versare in condizioni di estrema povertà; tale stato familiare veniva accertato grazie ad un certificato di miserabilità, il quale veniva richiesto al momento dell’ammissione.

Gli orfani frequentavano le scuole elementari comunali e successivamente venivano iscritti alle scuole professionali esterne all’istituto.

Dopo aver completato l’istruzione professionale venivano avviati alle arti ed ai mestieri; l’assegnazione di arti e mestieri veniva fatta dal direttore “tenendo conto dell’inclinazione e dell’attitudine fisica ed intellettuale degli orfani”.

All’interno dell’istituto sono costituiti la scuola di disegno ornamentale, la scuola di disegno geometrico ed i corsi di disegno di meccanica elementare.

 

Gli orfani operai hanno l’obbligo di frequentare scuola serali o festive. La partecipazione a tali lezioni era obbligatoria anche per coloro che erano stati dimessi anticipatamente, così come era obbligatorio partecipare alle lezioni di Tiro a Segno Nazionale e alle chiamate dell’istituto nei giorni festivi.

L’istituto si occupava inoltre della formazione religiosa degli alunni, i quali venivano sia iscritti al corso di religione gestito dal Comune sia guidati dal Catechista dell’istituto nelle consuete pratiche religiose, e dell’educazione fisica.

Gli orfani venivano dimessi al compimento del diciassettesimo anno d’età. Gli alunni lavoratori più meritevoli potevano essere dimessi anche dopo aver compiuto 15 anni, in questo caso per il primo anno l’istituto corrispondeva loro un assegno di 3 lire al giorno.

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4. Pagina del regolamento  per gli istitutori del 1942.

“Egli deve adoperarsi, per quanto sta in lui, che l’orfanotrofio non assuma quel carattere di severità e di monotonia che è frequente nelle comunità, che intristisce gli animi e accascia gli organismi. […] E’ opportuno che nelle ore di ricreazione l’istitutore, occorrendo, si faccia egli stesso promotore di giuochi; ch’egli avvicini frequentemente, incoraggi e conforti gli orfani meno sereni”.

Uno dei principali obiettivi del regime fascista era quello di controllare la vita degli italiani sotto ogni aspetto, di mutarne le ambizioni e lo stile di vita, in modo da creare una popolazione che abbracciasse in toto gli ideali del partito e fosse pronta a sostenere ad ogni costo la sua causa. Per raggiungere tale scopo il regime utilizzò tutti gli strumenti a sua disposizione ed ebbe un’attenzione particolare per il campo dell’educazione, consapevole che il modo migliore per costruire la nuova leva fascista fosse quello di condizionare i ragazzi fin da giovanissimi.

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1a. Gruppo di Balilla osserva una cartina geografica dell'Etiopia, 1936

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5. Comunicazione del 1926 che definisce la punizione per un istitutore che aveva dato uno scapaccione ad un orfano.  

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All’interno dell’Orfanotrofio Maschile di Milano le direttive del Partito Nazionale Fascista vennero attentamente applicate. A partire dal 7 febbraio 1926 viene introdotto il saluto romano nei rapporti tra inferiori e superiori, orfani ed insegnanti.

Nello stesso anno nasce l’Opera Nazionale Balilla la quale sancisce la costituzione di reparti Balilla all’interno dei collegi e degli istituti di Milano; così i Martinitt vengono suddivisi in corpi, coorti, centurie e manipoli, gli istitutori assumono il grado di Comandanti di Manipolo e l’istitutore capo di Comandante di Centuria.

Ogni domenica mattina gli orfani erano tenuti a vestirsi in uniforme, radunarsi all’interno dell’istituto e, dopo aver ascoltato la messa, a partecipare alle esercitazioni ginnico militari. L’anno successivo i Martinitt operai vengono iscritti all’Associazione Nazionale Dopolavoro.

6. Disposizioni sull'obbligo del saluto all'interno delll'istituto.

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Fascismo - Campeggio nei pressi di Breno - Opera Nazionale Balilla - Esercitazione col mos

7. Disposizioni sulla creazione di reparti Balilla all'interno degli istituti privati.

2a. Esercitazione col moschetto nei pressi del campeggio di Breno, 1943.

L’O.N.B. si insidierà sempre più nell’educazione dei giovani, infatti a partire dal 1929, i Balilla terranno regolari conferenze sul fascismo per gli orfani, e nel 1932 verranno istituite delle lezioni di moschetto, con la conseguente creazione di una Centuria di Moschettieri interna all’Istituto.

Il direttore riceverà inoltre la richiesta di far entrare gli studenti Avanguardisti all’interno della Milizia Contraerea Territoriale, istanza che tuttavia non ebbe seguito.

Sempre nel 1932 l’orfanotrofio cambierà sede e verrà aperto il nuovo Istituto in via Pitteri; alla cerimonia di inaugurazione parteciperà anche il Duce, ennesimo indizio che ci permette di capire quanto il Collegio dei Martinitt fosse vicino al P.N.F.

Gerarchia dell' ONB

  • Balilla: da 8 a 11 anni.

  • Moschettieri: da 11 a 13 anni

  • Avanguardisti: da 13 a 17 anni. L'addestramento comprende educazione fisica, addestramento premilitare e sportivo ed esercitazioni collettive.

Dai 15 anni l'avanguardista può diventare moschettiere o specializzarsi come preaviere, marinaio, mitragliere, sciatore, motociclista, ciclista o cavalleggero.

  • Giovani Fascisti: da 17 a 21 anni.   Addestrati attraverso esercitazioni premilitari, ginniche, sportive, gite, escursioni, frequenza del poligono di tiro e partecipazioni a campi estivi ed invernali. Possono essere chiamati a concorrere a servizi militari territoriali di presidio ed ordine pubblico.

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8. Distintivo di stoffa da applicare alle divise degli orfani avanguardisti.

Gli alunni partecipano a feste e manifestazioni fasciste: ricevono regali in occasione della Befana Fascista, partecipano ad alcune escursioni degli Alpini e al pellegrinaggio sul Monte Grappa, finalizzato alla raccolta di reliquie della Prima Guerra Mondiale da donare al Podestà di Milano.

La banda musicale dei Martinitt viene invitata a partecipare a cerimonie ed eventi e, nel 1935, viene addirittura premiata con una crociera sulla nave Neptunia in Tripolitania, dove vennero ricevuti da Balbo.

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9. Richiesta della partecipazione della Banda Musicale dei Martinitt in occasione del Grande Convegno Ciclistico Nazionale del 1927.

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10. Inno dei Martinitt .

Il controllo del regime si estende ovviamente anche agli educatori; essi nel 1928 chiedono di poter fare parte dell’Associazione Nazionale Istitutori, promossa dal Governo, e dal 1933 dovevano obbligatoriamente essere iscritti al Partito per poter insegnare.

La loro figura era considerata di fondamentale importanza per fare si che gli orfani interiorizzassero i principi fascisti.

Nel regolamento per gli istitutori Valzelli sottolinea come sia compito degli insegnanti instillare negli alunni il senso di dovere verso la Patria, il Re ed il Duce, e ribadisce quali siano le grandi virtù fasciste:

“la tenacia del lavoro, l’estrema parsimonia del gesto e della parola; il coraggio fisico e morale, la lealtà assoluta nei rapporti della vita; la fermezza delle decisioni. […] L’istitutore deve ricordare agli alunni […] le ricorrenze più significative della Patria, del Fascismo, della Religione, della Civiltà, della Scienza, dell’opera compiuta dal genio italiano in tutti i campi e in tutte le epoche […]"

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11. Pagina del regolamento degli istitutori del 1942.

Con il passare degli anni e l’avvicinarsi della guerra le direttive del Governo si inaspriscono. Nel 1938 viene creata la Gioventù Italiana del Littorio completando così l’inquadramento militare dei giovani, avviati all’addestramento premilitare una volta compiuti i 16 anni.

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