Limosani, Pesenti e Orlando
ALL'ORFANOTROFIO
Limosani Carlo
Assunzione: 10/10/39
Dimissioni: 11/10/42
Mansione: Istitutore
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Orlando Purissimo
Assunzione: 20/10/38
Dimissioni: 24/09/42
Mansione: Istitutore
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Pesenti Domenico
Assunzione: 27/02/39
Dimissioni: 13/10/42
Mansione: Istitutore
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Limosani Carlo viene assunto in qualità di istitutore presso l'Orfanotrofio Maschile il 10 ottobre del 1939; egli lavorerà qui fino al 21 ottobre dell'anno successivo, quando lascerà l'istituto per prendere servizio come insegnante in una scuola elementare.
Il 4 luglio del '41 viene assunto per il periodo estivo, per poi essere richiamato in via "tutt'affatto provvisoria" il 7 luglio del 1942. Anche in questo caso l'assunzione non dura a lungo, infatti l'11 ottobre del '42 lascerà Milano per prendere posto come Maestro nelle Regie Scuole Elementari di Rodi.
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Orlando Purissimo assume la carica di istitutore dell'Orfanotrofio dei Martinitt il 21 ottobre 1938; lavora continuativamente fino al 30 giugno 1942, quando lascerà l'incarico per partecipare ad un concorso magistrale. Ritornerà temporaneamente all'istituto il 31 agosto dello stesso anno, per poi lasciare definitivamente l'Orfanotrofio il 24 settembre e spostarsi a Rodi.
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Pesenti Domenico lavora senza interruzione all'istituto dei Martinitt dal 27 febbraio 1939 al 13 ottobre del 1942; anche questo istitutore deciderà di accettare il posto come Maestro presso le Scuole Elementari di Rodi.
IN GUERRA
70. Lettera di Limosani del 21/1/41
I tre insegnanti si imbarcano e viaggiano verso la Grecia; la prima tappa è l'isola di Rodi, dove sosteranno per diverse settimane.
Da una lettera di Limosani si può cogliere lo stato di precarietà in cui versano gli istitutori in questo primo momento. La situazione viene descritta come "incerta e torbida" e non sanno se dovranno tornare a casa oppure richiedere la cittadinanza onoraria. Queste difficoltà sono probabilmente dovute alle operazioni belliche nel mediterraneo che, dall'agosto del 1942, è in mano agli Alleati: l'occupazione di Malta da parte degli Inglesi e i numerosi bombardamenti dell'aviazione americana decimano i convogli italiani, rendendo molto pericolosi gli spostamenti via mare.
71. Lettera di Orlando del 43
Nonostante queste difficoltà il soggiorno a Rodi si rivela estremamente roseo per gli italiani. I tre descrivono l'ospitalità delle migliori famiglie indigene presso cui vengono alloggiati, dicono di essere in compagnia di molti altri colleghi insegnanti e aver ricevuto una buonissima accoglienza da parte delle autorità locali, che sodisfano "tutte le loro elementari esigenze".
Sull'isola vivono a stretto contatto con il comando militare delle Cicladi, tanto da partecipare a manifestazioni e commemorazioni del 7° Reggimento.
Sul finire del '42 raggiungono la loro destinazione: l'isola di Coo. Qui possono finalmente esercitare la propria professione. Sono alloggiati presso l'appartamento scolastico ed insegnano in tre classi attigue, due terze ed una quarta elementare. Gli alunni sono italiani, greci, turchi ed ebrei, e sebbene si impegnino ed abbiano voglia di imparare, gli istitutori sottolineano la differente educazione che viene loro impartita dalle famiglie, arrivando a dire che "i figlioli non sono per nulla amati dai genitori [e] crescono come piccole bestiole".
L'istitutore Orlando descrive come siano stati accolti in modo favorevole nel nuovo istituto scolastico, tanto da ottenere l'elogio della presidenza, e si lancia nella descrizione della bellissima isola in cui si trovano, la quale
"vide Elena e Menelao di Sparta, ora fiorita di leopoldi, gelsomini e rose, con i viali fiancheggiati da folti oleandri in fiore. Ad ogni passo la nenia orientale, senza distinzione tra quella profana e sacra, che ricorda gli antichi aedi-rapsodi, o il tan-tan turco simbolo della selvaggia focosità araba."
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La rilassante vita degli insegnanti permette loro di concedersi diversi svaghi, in particolare si dedicheranno al teatro e metteranno in scena una recita classica per il Dopolavoro di Coo, accolta con "alti plausi".
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72. Lettera di Pesenti del '43.
La corrispondenza tra gli istitutori ed il direttore prosegue anche dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943; essi non fanno riferimento alle vicende belliche, né all'eccidio operato dai tedeschi sulle isole greche, ma si rallegrano che le vie di comunicazione abbiano ripreso a funzionare proprio in occasione delle festività Natalizie. L'ultima lettera di Orlandi accenna alla possibilità di essere rimandati in patria nell'estate del 1944.
73. Cartolina di Orlando del 10/12/43