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MARCHETTI ANGELO RINO

ALL'ORFANOTROFIO

Assunzione: 14/05/1923

Dimissioni: 1959

Mansione: Inserviente

Angelo Rino Marchetti viene assunto per volontà del consiglio dell’Orfanotrofio Maschile di Milano il 14 maggio 1923, in qualità di inserviente falegname e vetraio; egli lavorerà qui stabilmente fino al 1940, quando si arruolerà come volontario.

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101a. Fotografia di Marchetti Angelo Rino.

IN GUERRA

Fronte: Africa Settentrionale
Mansione: Mitragliere antiaereo
Divisione: Camicie Nere



 

La corrispondenza tra Angelo e il direttore Valzelli è senza dubbio la più lunga e consistente che faccia parte della serie archivistica; essa comprende 65 lettere e cartoline inviate a Milano tra il 22 novembre 1941 e il 22 giugno 1945. L’inserviente scrive ad un ritmo serratissimo, in alcuni periodi inviando anche una cartolina ogni due giorni senza aspettare la risposta della controparte, fornendoci un resoconto esaustivo e dettagliato del suo percorso sul fronte dell’Africa Settentrionale, continuando anche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943.

Angelo entra a far parte delle Camicie Nere, in particolare della 111° Batteria Autonoma con funzione di milizia antiaerea. 

La prima cartolina viene spedita da Napoli, dove l’inserviente e i suoi commilitoni aspettano di essere imbarcati. Rimarrà qui fino al 22 ottobre, quando viene spostato a Palermo e poi in Africa solamente a fine mese.

Raggiunge la zona delle operazioni il 23 novembre. Qui porta avanti con orgoglio il proprio compito di mitragliere antiaereo contro le continue incursioni aeree degli Alleati.

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55. Cartolina del 23/11/41

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Nel gennaio del 1942 avanza di oltre 1100 km, l’attrezzatura viene sostituita e ai mitraglieri vengono forniti cannoni da 88/56, molto più performanti dei precedenti. Dei suoi commilitoni ne sono rimasti solamente settanta, spera che riescano a resistere fino alla fine.

Il 13 febbraio 1942 segnala di aver ricevuto un encomio scritto per la difesa di Bengasi e pensa che sarà proposto per una medaglia. Il 20 dicembre del ’42, sotto l’incalzare del nemico, gli fu offerta la possibilità di ripiegare su Tripoli, ma unitamente ai suoi camerati preferì rimanere a combattere per quattro giorni fino a quando ricevette l’ordine tassativo di abbandonare la città.

Iniziò quindi una ritirata di circa 1000 Km sotto il fuoco intenso del nemico che durò fino al 27 quando giunsero in una base sicura. Queste furono le sue vacanze di Natale.

56. Cartolina con ritratto di Mussolini

Il mese successivo annuncia che l’esercito italiano è riuscito ad avanzare di 1000 km, ritornando di fatto alla postazione occupata prima del ripiegamento. La 111° batteria viene riformata inserendo, tra gli altri, 60 giovani milanesi.

Tra marzo e aprile dello stesso anno scrive mentre è di vedetta notturna. Sappiamo da fonti storiche che le forze dell’asse in questo periodo si stanno inoltrando verso Alessandria, allontanandosi da Tripoli. L’inserviente fa riferimento ai festeggiamenti del battaglione in occasione della 100° incursione aerea nemica.

Nelle lettere successive descrive la vittoriosa avanzata italo-tedesca, auspicando di arrivare presto ad Alessandria, o addirittura a Suez. 

A inizio luglio viene ferito e lamenta alcune costole rotte, nonostante questo trascorrerà solamente qualche giorno in convalescenza per tornare al più presso alla sua postazione.

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58. Cartolina del 12/10/42

57. Lettera del 9/02/42

Nell’agosto del ’42 si lamenta del mare grosso, quindi si presuppone che sia stato spostato in una struttura antiaerea portuale; si augura di essere trasferito in Egitto.

I messaggi a partire dal novembre dello stesso anno lamentano continui spostamenti della sua batteria; noi sappiamo che in questo periodo si è verificata la ritirata in seguito alla disastrosa seconda battaglia di El Alamain, infatti nel febbraio del ’43 si trova in Tunisia.

Continuano gli spostamenti anche se Angelo annuncia con orgoglio i numeri degli abbattimenti aerei verificatisi a Bengasi e Tripoli. L’ultima cartolina dell’inserviente inviata quest’anno risale al 18 aprile, la successiva, del 7 luglio, è della moglie la quale informa il direttore che il marito è disperso.

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59. Cartolina della moglie di Marchetti.

59. Cartolina della moglie di Marchetti.

Il silenzio di Marchetti dura quasi due anni, quando l’11 maggio del 1945 invia una cartolina da Marsiglia. Racconta di essere stato catturato dagli Alleati in Algeria e di essere stato trasportato come prigioniero in Francia. Dall’ottobre del 1943 ha firmato un patto di collaborazione con gli americani. Nelle sue ultime missive ricorda al direttore di essere ancora assunto presso l’orfanotrofio e auspica di poter riprendere la propria mansione una volta liberato.

La corrispondenza si interrompe nel giugno del ’45, ma dal fascicolo dell’inserviente sappiamo che egli tornò all’Istituto nel 1947; manterrà la propria mansione fino al 1959, quando andrà in pensione.

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60. Cartolina del 21/05/45

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