BIANCHI CARLO
ALL'ORFANOTROFIO
Nato a Milano il 13/02/1913
Ammissione: 21/10/1921
Dimissione: 8/02/1930
Scuola: Diploma di 5° elementare
Condotta: Buona
Lavoro: Meccanico
90a. Fotografia di Bianchi Carlo.
Carlo, orfano del padre, venne ammesso all’Orfanotrofio Maschile il 13 febbraio del 1921 all’età di 8 anni. Al momento del suo ingresso presso l'Istituto aveva già frequentato una anno presso la scuola elementare di Cassano d'Adda.
27. Pagella di Carlo Bianchi, 1920-21 (fronte e retro).
Carlo venne ammesso data la condizione di grave indigenza della madre che alcuni anni dopo, nel 1928, chiederà la sospensione (accolta) del pagamento della retta dell'orfano e anche la sua dimissione posticipata.
Al momento delle dimissioni Carlo era impiegato come meccanico presso la ditta Caimi, situata in Corso XXIII Marzo a Milano. Date le difficoltà economiche, l'Orfanotrofio intercederà per lui trovandogli alloggio presso il Patronato di S. Vincenzo per Giovani Operai.
28. Lettera del 7/11/1919 della madre, Adele Pedrani.
IN GUERRA
Fronte: Mediterraneo
Occupazione: Capo Meccanico
Divisione: Torpediniera Libra
29. Cartolina del 1/04/1941
91a. Fotografia di Carlo Bianchi in divisa da marinaio
Quando il Valzelli ricevette la prima cartolina del 1 aprile 1941 da Rodi, Bianchi era già imbarcato sulla Torpediniera Libra come secondo capo meccanico. Lo confermerà anche una lettera inviata dalla madre, Pedrani Adele, nel maggio dello stesso anno.
Scrivendo da bordo, a fine maggio del 1941, Carlo descriveva la sua esperienza in guerra come di lavoro interminabile per "liberare completamente questo mare dall'odiato nemico", riportando la notizia che la Libra aveva da poco affondato un incrociatore nemico.
Durante l'estate, Bianchi inviò altre due cartoline di saluti al Direttore dall'Isola di Rodi.
Dopo una lettera del 31 agosto in cui l'ex-Martinitt esprimeva le sue condoglianze per la morte dell'istitutore Balbusso, non si avranno più notizie per qualche mese.
31. Cartolina illustrata con un Particolare di strada a Lindo (Isola di Rodi) del 18/06/1941
30. Cartolina da Rodi del 15/7/1941
Si apprende da una lettera del novembre 1941, che il mese precedente Bianchi era andato a far visita all'Istituto dove aveva potuto ritrovare il Direttore. In autunno si trovava a Livorno in attesa di imbarcarsi nuovamente sulla Libra. Tuttavia, informava di aver inoltrato una richiesta di trasferimento con l'intenzione di avvicinarsi alla madre vedova e di salute precaria, essendo il suo unico figlio. Nella lettera esprime una certa rassegnazione e poche speranze che la sua richiesta venga accettata.
Il trasferimento effettivamente non venne accettato; Carlo tornerà nuovamente a bordo della Libra per sua stessa richiesta, preferendo la vita in mare a quella a terra. In una lettera del febbraio 1942 infatti raccontava:
Mi sembrava di essere un parassita pensando a quelli che navigarono ed ai momenti attuali so quello che mi aspetta: navigare continuamente, lavoro, lontano dalla famiglia, notti e notti insonni, coi nervi sempre tesi per i pericoli e le insidie del mare, eppure sono contento di intraprendere ancora questa vita.
Lo stesso entusiasmo era presente nelle parole del marinaio in una lettera del 22 settembre 1942, dove ringraziando il Direttore e l'Istituto per l'educazione ricevuta, esprimeva anche la sua contentezza "di continuare la solita insidiosa e pericolosa vita sul mare per essere utile alla nostra grande e bella Italia".
32. Lettera del 22/09/1942
Solo con l'ultimo biglietto postale del maggio 1943, Carlo sembrò esprimere tutta la stanchezza per i 4 anni di vita trascorsa in mare. Scriveva infatti:
Sono stato circa un mese nel paese del caldo senza riposo e in mezzo ai pericoli mai provati sinora. Un mese senza toccare le lenzuola, appisolarsi in qualsiasi buco, svegliarsi bruscamente e sovente dagli allarmi per il posto di combattimento
33. Lettera del 3/05/1943